Il mestiere più bello e difficile del mondo / Le métier le plus beau et le plus difficile au monde / The most beautiful and difficult job in the world

“Per lei era già stato difficile fare la madre…” (La lettera G, p. 123)

Un mese fa sono diventata zia. E allora? – direte voi. Allora succede che un uomo e una donna in più hanno un bambino. Metto da parte l’emozione e rifletto.

Fare il genitore è il mestiere più bello del mondo. Il più istruttivo e il più gratificante. Ma è anche il più difficile. Già assodate sono le gioie ma, a fronte dell’estenuante lavoro quotidiano, ci si può legittimamente chiedere se ne vale la pena. E non sarebbe una domanda stupida da porsi. Se non ce la poniamo, è perché pesa ancora troppo il giudizio degli altri rispetto ad eventuali dubbi.

Una conoscente, qualche anno fa, (post: Scegliere la maternità con cognizione di causa, archivio di novembre 2014) mi fece una rivelazione terribile e terribilmente onesta: se tornassi indietro, non lo rifarei. Chapeau. Perché attorno all’argomento, gli uomini ma soprattutto le donne, in prima linea nella cura e nell’educazione, hanno creato una sorta di “intimità per iniziati” all’interno della quale è legittimo dire cosa significa allevare dei figli, ma che niente debba trapelare all’esterno prima, pena l’estinzione della specie.

Perciò ne parlo apertamente anche a chi di figli non ne ha (ancora), mettendo in guardia soprattutto le donne.

È bene rompere la visione romantica del bambino, fagottino rosa delle pubblicità il cui visino (sempre sorridente o addormentato) squaglia il cuore. Non neghiamo le immense gioie, ma neppure i “dolori” dell’essere genitori. Credo che le difficoltà maggiori siano quelle di rinunciare ad essere il centro dell’universo, sacrificare il tempo libero, non decidere più secondo i propri desideri e fornire un’assistenza che per anni sfiora il 16/24h, 7/7 (a meno di avere aiuti esterni – famigliari o amici, e compresa anche le baby-sitter moderne, ovvero quelle elettroniche e virtuali). Significa pure momenti di fatica e di dubbio per essere coerenti nell’educazione e sul proprio ruolo di genitore (eh no, questi ultimi non sono optional, fanno parte della job description!). Se si è pronti a tutto ciò, la bilancia penderà verso il positivo, rendendo la genitorialità un’esperienza straordinaria. Nell’area Femmes parlantes di questo blog troverete diversi spunti sulla famiglia e sul ruolo di genitore. Non esitate a leggerli, a sfruttarli e a commentarli. In mancanza di stages nel mestiere di genitore, potrebbero rivelarsi un minuscolo aiuto.

Ma attenzione: è maturo anche chi ha il coraggio di dirsi “non fa per me”. Appartengo alla prima generazione di donne che può scegliere. E credo che esse dovrebbero approfittare pienamente di questa nuova libertà.

 

Le métier les plus beau et le plus difficile au monde.

Être parents est le métier le plus difficile du monde. Mais également celui qui nous enseigne et gratifie le plus. On connaît les joies d’avoir des enfants mais, lorsqu’on évalue le lourd travail quotidien, il est légitime de se poser une question: cela en vaut la peine? Ce ne serait pas une question stupide à se poser.

Malgré cela, la majorité estime être préparée au rôle de parent. La naturelle disposition biologique nous aide, certes, mais il se peut qu’autour de ce thème, les hommes mais surtout les femmes aient créé une sorte de « secret pour initiés », un cadre dans lequel il est légitime de dire tout sur ce que signifie élever des enfants mais qui doit rester secret avant d’en avoir, peine l’extinction de l’espèce.

Personnellement, j’en parle ouvertement. Je n’ai pas peur d’être jugée cynique ou alarmante.

Il faut abandonner la vision romantique de l’enfant parfait des publicités, tout sourires ou endormi. On ne peut pas nier les joies immenses, mais il faut également parler des difficultés. Les plus grandes sont sans autres renoncer à être le nombril du monde, sacrifier son temps libre, ne plus pouvoir décider selon ses propres désirs, se donner 16/24h, 7/7 (au moins d’avoir une aide, y compris la nounou moderne qu’est la télé). Il y a aussi les moments de fatigue et de doute, la difficulté dans la cohérence de l’éducation, les moments de soucis. Si l’on est prêt à tout cela, ce sera sans doute une expérience positive. Il faut une grande maturité.

Mais attention : sont également mûres les personnes qui ont le courage de se dire « ce n’est pas pour moi ». J’appartiens à la première génération de femmes qui peuvent choisir. Il faut profiter du libre choix.

Ps : plus sur ce sujet ? En l’absence de stages pour aspirants-parents, lisez la partie Femmes parlantes dans ce blog, ça donne des idées que vous pouvez lire et commenter.

 

The most beautiful and difficult job in the world

Being a parent is the most difficult job in the world. Yet the one which teaches the most and makes us happier. We all know about the joys of having a child but, when we consider the heavy daily work, one could wonder: is it really worth the effort?

It would be a legitimate – and far from stupid – question.

Yet the majority seems to be prepared for it. It may be biological, but let me consider the possibility that men, but above all women, have created a “secret for initiated people” only those who actually have children are allowed to discuss the difficulties of being a parent.

Please, forget about the romantic idea of the ever-smiling, obeying and sweet child. Remember that there are difficulties too: you have to give up free time, stop being the center of your own universe and deciding following your own whims. You need to assist the baby/child for years, 16/24h, 7/7 (unless you have help – and TV is a modern nanny as well). It also means bearing with doubts about doing well (yes, it’s part of the job description, didn’t you read it before?), worries and stress. After the birth of my children, I realised I had never actually worked before.

If you are ready for all this, it will be a positive experience, no doubt! You are ready to enjoy the joys! However, this requires maturity. Nevertheless, is indeed mature the one who says: “that’s not for me”.

Ps: there is no class for aspiring parents, so if you need some insights about this topic, please read the Femmes parlantes section (in English too).

5 thoughts on “Il mestiere più bello e difficile del mondo / Le métier le plus beau et le plus difficile au monde / The most beautiful and difficult job in the world

  1. Mi piace il tuo discorso chiaro e aperto. Io sono una di quelle senza figli e la cosa interessante che ho notato in tanti anni di vita è la domanda: Quanti figli hai? Invece di chiedermi prima: Hai figli? E poi a scuola, i genitori che mi dicevano: “Lei può capire, perché è una mamma”. Però sono zia anch’io, eccome!

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    • Una bella domanda, hai figli. Probabilmente diverrà sempre più comune. Così si smetterà di “puntare il dito” contro chi, per scelta o non scelta, non lo è. Allevare un bambino sereno e felice mi pare una grande sfida e una questione di profonda responsabilità. L’ho sempre saputo e non me ne sono sottratta. Conto di farcela, e di sicuro mi ci impegnerò! Ma se una persona non se la sente, tanto di cappello. E se non ha potuto, per una ragione o l’altra, non è detto che non sia in grado di capire. O che non sarebbe un buon genitore. Ogni caso è singolo, perciò in genere diffido delle frasi fatte. Da un nocciolo di verità si può creare un frutto bacato.

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      • Ci sono al giorno d’oggi sempre più persone che vorrebbero decidere di diventare genitori, ma sono in un tale stato di precarietà lavorativa, che si sentono costretti a rinviare questa scelta. E poi conosco alcuni miei ex-alunni che – con apparente “incoscienza” – hanno scelto comunque di avere un/a figlio/a e oggi sono contenti, perché per loro fortuna poi si sono stabilizzati. La vita è bella anche perchenon puoi pre-ordinare tutto… 😊

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